venerdì 14 dicembre 2012

Tutto tutto, niente niente

Antonio Albanese colpisce ancora.
Il suo nuovo film forse verrà presto ritirato dalle sale, sempre che lassù qualcuno ne capisca qualcosa!
Il lavoro mette in scena le disavventure dell'Italia contemporanea: un paese dominato dalla casta politica che fa tutto "senza dare troppo nell'occhio", ma che allo stesso tempo viaggia in limousine; dove il nord è in tumulto e non mancano i moti secessionisti, "Ich bin ein Wiene" intona Favaretto ad un tratto, imprenditore e sfruttatore di immigrati nel non più così ricco nord-est che vuole annettersi all'Austria. Viene in mente l'ultima uscita scimmiottata dalla lega alle conferenze: "prima il nord".
Tre personaggi interpretati da Albanese dunque, che da carcerati diventano parlamentari da un giorno all'altro imprimendo goliardia e tumulto ulteriori.
Laqualunque alle prese con una perdita di identità, Stoppato che da freakkettone in esilio vuole riformare la Chiesa, con una critica esplicita alla sua concezione di famiglia e all'attaccamento al denaro.
I vizi dei parlamentari e i loro usi e costumi ormai sotto gli occhi di tutti e molto altro.
Il tutto filtrato in chiave allegorica e pittoresca, un quadro tanto caldo e comico quanto poi, al negativo, lucido e inquietante.
Le scenografie e i costumi rendono il film surreale, come surrealmente trash sono i suoi protagonisti. 
Albanese ci fa ridere e ci fa capire quanto la realtà sia un teatro dell'assurdo in cui gli attori principali decidono tutto a nostra insaputa, le umili comparse.
E ci fa capire ancora una volta l'importanza di una risata, la sua potenza di fronte a tutto.

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